22 feb 2013

Giorno 359! La legge è uguale per tutti! Stronzata. In Australia non ho diritto di voto

Dopo un anno di Australia un sentimento di rabbia, di impotenza, di sconfitta si sono concentrati tutti nel vedere una scritta che tutti conosceranno molto bene "La legge è uguale per tutti". Così non è. Forse non per "tutti". Questo articolo che sto per scrivere va a sottolineare tutto il mio disappunto per la società odierna che ha dato il la, per l’ennesima volta, la fuga dal mio Paese.

Il 24 Febbraio 2013 sono convinto che sarà una data storica per la politica italiana se non addirittura per le sorti di un’intera nazione..

Amo il mio Paese, sono orgoglioso di essere italiano ma non condivido il suo modo di vivere. Sono in viaggio da 5 anni ormai, sbalazato da una parte all'altra del globo, lontano da un nido chiamato famiglia, sulla quale, un’intera nazione si culla, traendone vantaggio a proprio sfavore..

Credo che dopo diverse  esperienze maturate all'estero (Australia in primis, Africa, Stati Uniti, Nuova Zelanda e gli altri posti che ho visitato) mi sento di avere un occhio critico al riguardo. Posso affemare che il nostro è un Paese viziato da un meccanismo di accondiscendenza nei confronti di un’istituzione che è fortemente sentita più che in altri Paesi: la famiglia per l’appunto.

Italia, ti amo, ma non posso viverti... Come in una storia di eterni amanti ti scrivo le mie confessioni in questa sorta di lettera che mi fanno vivere lontano da te: mi sento come una specie di esule da diverso tempo ormai!!!

Da una parte è bello sentirsi parte di un contesto dai sentimenti a tratti viscerale.. Parola di ragazzo del Nord nato e cresciuto in un ambiente Provinciale.. Un luogo dove il profumo della pianura e delle colline è diverso da tantissime altre cose, dove il cibo ha il sapore di casa e il meteo... beh il meteo lasciamo stare che è meglio!!! Un posto dove tutti si conoscono, dove tutti sanno di te e della tua famiglia, un posto dove si matura presto perchè si è costretti a crescere in fretta... Un posto che ti sta stretto e che ti costringe spesso a scappare perchè ti soffoca pian piano..

A pochi giorni da una data cruciale, quella delle elezioni, mi sento rammaricato, deluso, incredulo a ciò che sta per capitarmi: non ho diritto a votare.

Una canzone di Battiato dice: “lo sai che più si invecchia, più affiorano ricordi lontanissimi..”! Già, è reale. Da ventiduenne ripenso alle prime lezioni di studi sociali alle scuole elementari, quando la maestra ci spiegava che esprimere la propria scelta (per un candidato politico) attraverso il voto è sia un diritto che un dovere. A quanto pare, oggi, da adulto posso dire a gran voce che questa e’ una grande puttanata. Senza offese alla mia povera insegnante!

Art. 48 della Costituzione: "Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età.
Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.

La legge stabilisce requisiti e modalità per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all'estero e ne assicura l'effettività. A tale fine è istituita una circoscrizione Estero per l'elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge.

Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge."

Come il peggiore dei criminali, non posso esprimere la mia preferenza a chi un giorno mi rappresenterà in Parlamento solo perchè in questo momento storico mi trovo lontano dalla mia nazione. Un tempo non molto lontano, bastava recarsi al consolato italiano locale (nel Paese ospitante) per poter votare, ma nell’epoca che vivo mi rendo conto che non è così.
Lo ritengo un atto antidemocratico che sancisce nero su bianco una dittatura iniziata ormai quasi venti anni fa.

Penso così perchè è tutto il contrario di quanto scritto nel terzo articolo della Costituzione: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali."
A quanto pare non è così. Cosa abbiamo fatto noi italiani di male che siamo scappati dal nostro paese per andare a cercare fortuna all'estero?

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Non mi pare che sia così. Non so nemmeno per quale ragione questo sia potuto accadere e chi ha deciso per me. Non sono certo qui per criticare e non vorrei neppure parlare di politica. Non è stato mai un tema che mi ha appassionato più di tanto dato che fare buona politica in Italia vuol dire per la maggiore essere un finto clone di Cetto La Qualunque (personaggio che a mio modesto parere descrive alla perfezione un modo di pensare da molti condiviso), un pensiero che assolutamente non condivido.

Parlando ancora una volta di politica, ognuno avrà i suoi ideali, le sue scelte e le sue non scelte.. La cosa che mi rammarica di più è poter vedere ancora una volta i soliti noti predicando ancora le stesse stronzate che rifilano con maestria da sempre.. La cosa mi lascia perplesso anche perchè facendo un breve sondaggio tra i miei coetanei, alcuni di loro andranno convinti a votare per gli stessi nomi che da anni fanno i propri interessi, dall'alto di una sedia che guarda caso, non riescono proprio a mollare.

Rimarrà un posto deserto, popolato solo da mummie che un giorno saranno combattute da idee giovani e di rivolta? No, non sto parlando di Egitto, ma di ciò che potrebbe capitare, quando, la bella famigliola a mo’ di pubblicità anni 80 della Mulino Bianco, avrà finito le proprie risorse economiche per mandare avanti un meccanismo che va avanti per inerzia, frutto di un tesorino accumulato negli anni del benessere.

Credo che a questo punto bisogni riflettere partendo proprio dalle famiglie, prendendo spunto magari da quelle anglosassoni, dove, il "paga papà" non esiste con frequenza e tutti collaborano, rimboccandosi le maniche per auto mantenersi sin dall'adolescenza.
Questo è solo uno, ovviamente, degli aspetti che andrebbero approfonditi e rivisti.

Da spettatore in platea senza diritto all'applauso  sono sempre più convinto (ahimè..) che la politica italiana è un teatrino di successo che fa ridere in tutto il mondo (sono persino stato preso per il culo da gente straniera).

Allora chi votare? Chi racconta le barzellette con la sua strepitosa e simpatica ironia ventennale o magari chi fa il comico di professione? Magari potremmo pensarci su!

Non vorrei esprimere un giudizio affrettato, ma in cuor mio sento di non fidarmi più, quasi di nessuno e quindi continuare da qualche parte nel globo il mio esilio volontario (e se lo cose continuano così me sto volentieri dove sono). Ma forse sto sbagliando tutto e forse, dovrei ritornare a casa, a lottare per il mio Paese!

Se mi trovassi in condizione di esprimere il mio parere, forse, darei una chance a chi fino ad adesso in Parlamento non ha mai messo piede. A chi promette di ridursi uno stipendio che ha l'arroganza e la prepotenza di uno schiaffo a chi vive con 500 euro al mese. A chi dice che i soldi e i finanziamenti pubblici ai partiti non sono necessari. A chi promette volti nuovi e spazio a idee giovani. A chi non ha bisogno di televisioni di proprietà per farsi propaganda elettorale. A chi non promette di risarcire tasse che ha appena avuto il coraggio di emettere. A chi vede nel talento delle nuove generazioni il futuro per la crescita del Paese. A chi ha la lungimiranza di puntare sulla meritocrazia senza legami di parentela.

Saranno anche queste, solo canzonette?

Tutti hanno paura del nuovo, è vero, ma come direbbe Roberto Benigni: "un nuovo cammino ci spaventa, ma dopo ogni passo ci rendiamo conto di quanto fosse pericoloso rimanere fermi..."

Allora mi chiedo, cosa cazzo aspettate a votare gente nuova? Come fate a dire che una pietanza nuova non vi piace senza nemmeno assaggiarla? Per una volta, cercate di non essere i soliti mangiatori di spaghetti nei ristoranti fuori dai confini. Apritevi e guardate oltre! Il futuro lo potremmo scrivere noi.

Allora, signore e signori. Io che qua in Australia non ho diritto di voto vi chiedo a voi che potete di con prudenza. E siate consapevoli di ogni vostra scelta/conseguenza. Del resto, dall'estero, posso solo dirvi che peggio di come siamo adesso, "mi consenta"... Non lo si è mai stato..

Buone elezioni a tutti, miei cari connazionali votanti!

Un saluto speranzoso dall'isola che non c'è...


Non mi sembra proprio!

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