19 dic 2012

Giorno 294! Il viaggio!

C’è un momento in cui il rumore si fa più forte. E ti fermi un secondo per capire se quella che senti è davvero la pioggia battente o i tuoi vicini che hanno scatenato l’inferno.

C’è un incrocio di vite pazzesco qua fuori. Le macchine che corrono più veloci, la luce tremolante dentro alla pozzanghera, le goccioline sui vetri del tram. Si rincorrono e si uniscono come gli amanti nel loro letto d’amore.
E tutto diventa più cupo, la sera fa capolino in lontananza mentre siedo sul tram umido.
Cerco un sedile in fondo, senza nessuno, per poter appoggiare la testa al finestrino e fissare il mondo che scorre sotto ai miei occhi.

Il viaggio è uno stato mentale di apertura. Di fagocitamento di vita, emozioni e paure. Ogni volta che mi perdo, ogni volta che non voglio più ritrovare la strada, ogni volta che ho paura di cadere e allora corro più veloce.
E lasci, lasci tutto e niente. Perché nulla è mio, perché impari a non possedere oggetti ma solo strumenti per arrivare ancora più lontano.
E ti prendi le persone. Dammi l’anima in una notte sola perché domani sarò già lontano.
Ridiamo ancora davanti a questo bicchiere.
Ogni volta che danzo sotto la pioggia, ogni volta che canto barcollando per strada sento davvero.

Una donna sulla quarantina si siede di fianco a me e sorride. Appoggia l’ombrello vicino ai piedi. E sento le gocce bagnarmi le infradito. Guardo fuori veloce, ancora un semaforo e due fermate.
Se chiudo gli occhi sento i brividi per questa avventura intrapresa. Come una carezza sulla pelle, una risata troppo forte e poi, il silenzio.

Sono arrivato, chiamo la mia fermata.
Chiudo gli occhi l’ultima volta.

E mi perdo dentro al mio viaggio.
 
Non è importante la destinazione, è il viaggio che conta!

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