12 dic 2012

Giorno 287! Perchè partire in destinazione Australia?

Oggi non scriverò un post normale, sulla mia avventura o sul mio futuro, ma oggi scriverò un post un pò amaro e duro... Parlerò di come siamo noi Italiani nel nostro "Stato" e quindi capirete il motivo per cui ho fatto le valige e sono partito senza guardarmi indietro! Premetto che sono mie considerazioni e parlo a nome mio!

Perchè sono partito per l'Australia?
Sono partito per una serie di fattori, convergenti alla fine in un unico punto: l’Italia non era più un posto per me.
Forse non lo è mai stato, ma negli ultimi due anni era come un vestito stretto che mi obbligavano ad indossare. Non mi sento particolarmente Italiano, in molte cose e specialmente ai giorni d’oggi. All’Italiano medio interessano poche cose, tutte vicine a lui e chiama questo gruppo di cose Italia. Tutto il resto può anche scomparire, l’importante che queste cose rimangano. Non esiste Patria, Nazione, Stato o Popolo, non esiste una cultura del Pubblico, del condiviso, del bene collettivo. Non siamo nemmeno un popolo, ma un insieme di famiglie, di città al massimo. Siamo l’unico popolo che non si incazza per cose che basterebbero a far capovolgere qualsiasi altro Stato. O meglio, a parole sono tutti incazzati, al bar specialmente, poi a fatti tutti hanno paura di fare qualcosa, tutti hanno troppo da perdere. Troppo cosa? Una vita vera? Certo, non tutti possono permettersi di mollare tutto e cambiare Paese o Continente, questi “non tutti” sono gli stessi che non provano nemmeno a cambiare il posto in cui sono. Nonostante questo ci si lamenta sempre.
A lamentarsi l’Italiano è bravissimo. In casa propria come altrove.
L’Italiano è in grado di adattarsi a tutto, sempre e al peggio ancora. Una situazione che oggi è di merda e domani lo sarà di più, non cambierà di una virgola per l’Italiano, semplicemente perchè non la vede. Non la vede perchè non la vuole vedere.
Non mi sento Italiano, ma solo nato in Italia. Non condivido quasi niente con queste persone che per anni hanno lasciato in mano di pochi un paese intero, fregandosene se va tutto a puttane e allo stesso tempo riuscendo a far finta che vada tutto bene, nonostante tutto. Un cocktail, una macchina pulita il Sabato sera, una camicia alla moda e un lavoro “sicuro”.
Il lavoro sicuro, altra stronzata: semplicemente non esiste più, è un concetto superato, andato, vecchio. Anche se hai un contratto, l’azienda può chiudere da un momento all’altro.
Gli Italiani sono assolutamente indietro, mentalmente, socialmente, economicamente, su tutto. Qualsiasi infrastruttura, modo di pensare, settore pubblico, modo di fare le cose è vecchio. I nostri “leader” sono bambini idioti che litigano tutto il giorno per cose inutili e inesistenti e gli Italiani stanno a guardare, a volte, perfino, divertendosi, senza capire che nella vita reale la loro vita se ne sta andando e, quel che è peggio, quella dei loro figli.
L’Italiano è seduto davanti alla TV da talmente tanto tempo che ormai non riesce più a distinguerla dalla realtà.
L’Italiano di oggi sbava per un contratto da ottocento euro al mese senza benefit di alcun genere, credendo di essere arrivato in cima. E’ disposto ad archiviare ogni titolo di studio pur di lavorare per qualcuno, credendo anche di fargli un favore.
L’Italiano ha paura di uscire dall’Italia come un leone ha paura di uscire dalla gabbia in cui è cresciuto, anche se trova la porta aperta, sposando il ragionamento “la gabbia almeno è sicura, la fuori, chi lo sa…”.
L’Italiano si lamenta di tutto, ma aspetta sempre che qualcuno risolva i problemi al posto suo, perchè farlo in prima persona sarebbe un ulteriore problema.
L’Italiano è arrivato ad essere orgoglioso dell’Italia pur non sapendo elencare i motivi per cui esserlo, escludendo il cibo. L’Italiano ignora mille segnali negativi in favore di uno positivo. Quello che i clinici chiamano delirio.
Quando qualche cinese lo mangerà come antipasto salato, allora forse smetterà di lamentarsi. Solo che ormai, qualcuno lo starà già masticando, magari trovandolo perfino mediocre.

Questa è la mia idea di quanto siamo caduti in basso e viaggiando per il mondo posso solo dire che parecchie volte mi vergogno a dire di essere Italiano.
Questa è la faccia della "vostra" Italia. Questo per me credo sia il primo step per un cambio radicale di vita.
Nel mio caso, cerco di farne la porta di ingresso, seppur piccola, attraverso cui entrare in una nuova casa. Per passare dovrò curvarmi, magari strisciando contro pareti ruvide, ma una volta entrato, guarda che stanze ariose e illuminate che ci puoi trovare!
E se c'è una cosa che mi spaventa è dover tornare definitivamente in Italia. Se non riesco a rimanere in Australia per X motivi, proverò altrove.
E’ così grande la fuori…

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