5 dic 2012

Giorno 280! Sogni e pensieri di un lungo viaggio!!!

Forza e coraggio.
Non so perché ma ultimamente ho qualche difficoltà a scrivere.
Saranno le mie notti insonni, le serate intensamente vissute che ti sciupano il viso, i pensieri che affollano la mia testa, la confusione che massivamente si spande nella mia vita, le decisioni che ti prendi oggi e la sera svaniscono o cambiano, l'organizzazione di un capodanno dall'altra parte del mondo e tante cose che mi tengono la testa occupata minuto dopo minuto, tanto da non trovare quasi il tempo per mangiare.
E allora passo le ore al telefono a provare a dare un senso al caos.
E si perché c’è sempre la crisi di vedere che la fine del primo visto si avvicina... la vedo nella faccia e la sento nelle parole confuse di chi è nella mia situazione. Una crisi che non riesci a combattere ma ci provi in tutti i modi inutilmente. Provi ad allontanarla ma ritorna.
Io che ero venuto per prendermi una pausa e capire chi sono e dove voglio andare. Io che volevo stare solo qua per imparare l'inglese per poco tempo e poi ritornare a fare il mio lavoro di animatore turistico (e siamo ancora qua dopo nove mesi). A me che comunque vada manca casa, la famiglia, gli amici. Io che però, forse, non voglio più tornare.
O voglio studiare. No è troppo costoso. Viaggiare è meglio. In Australia. No in Asia. Anzi tutti e due. E poi voglio imparare lo spagnolo. No, il giapponese. Allora andiamo in Giappone. Però costa troppo, andiamo in America latina, prendiamo una moto e facciamo come Il Che e il suo amico Granado. Ah, ma io non posso guidare una moto. Allora torniamo a casa a lavorare. Ah ma c’è la crisi, me l’ha detto anche mia nonna di non tornare. Il Silenzio è sempre interrotto dalla tempesta. Tanto ogni giorno si cambia idea. E se vuoi cambiarla ogni giorno in Australia sei nel posto giusto. Anche ora dopo ora.

E casa? È così lontana, dopo questi mesi qua sembra impossibile tornare indietro. Ma ogni tanto è l’unica cosa che vorresti fare. Non mi ricordo chi scriveva una cosa tipo, “mi manchi così tanto che vorrei tirarti fuori dai miei sogni per abbracciarti davvero”. Oh cavolo, ho scoperto il significato di questa cosa.
Mi mancate tutti immensamente voi laggiù. Vi penso sempre, anche se mi vedete nelle foto sempre in costume, con il sorriso e in posti meravigliosi, sappiate che mi mancate immensamente. E anche io ogni tanto piango perché vorrei uccidervi di abbracci e baci e invece sono troppo lontano per farlo.
Ma poi se penso di tornare indietro non ci riesco. Ci sono persone, esperienze che ti cambiano la vita, e allora non si può tornare indietro. Posso tornare a casa, fingere che sia tutto ok, ma dentro di me so che non posso più vivere come prima. E l’Australia poi se ne sta lì, tra gli angolini della routine quotidiana, quando chiudi gli occhi veloce appare un’immagine, un colore, il canto di uno di questi uccelli strani e tu la scacci. Puoi scacciarla ancora mille volte ma lei tornerà. Nel dormiveglia alla mattina quando sei troppo stanco per censurare i tuoi pensieri consciamente ma abbastanza sveglio per percepirli appieno e per sentire il dolore che accompagna le sensazione di perdita.
E’ incredibile come abbia provato le stesse sensazioni quando qualche storia d’amore giungeva al termine. Sono sconvolto da quanto siano simili le sensazioni.
Quando t’innamori di una persona, ma poi non sai se sia giusta per te, e poi i litigi e poi non la vedi ma ti manca da morire, e poi urli, la odi, la lasci ma quando la rivedi capisci che non puoi vivere senza.
E tu piccola terra senza storia, piena di bestie strane, bella come una modella bionda da copertina che però non ha nulla da dire. Tutti un po’ si lamentano di te, ma poi tutti ti amano. 

Eh si, noi giovani senza futuro, figli di una crisi che ci ha tolto la terra sotto ai piedi prima che ancora imparassimo a camminare, noi del “non mi fare domande sul mio futuro, non ho risposte da darti”.
Questo post è per noi, che non abbiamo il lusso di poter sognare a casa nostra e che per farlo ci tocca andare dall’altra parte del pianeta, che il futuro è spesso più un’angoscia che qualcosa in cui credere, noi che vorremmo anche solo un quarto delle opportunità che fioccano qua, ma nella terra dove siamo nati.
Renzo Piano disse diverso tempo fa a Fazio “che i giovani devono partire, per curiosità non per disperazione”. Noi partiamo per curiosità ma non torniamo per disperazione.
Un po’ vorrei essermi innamorato di questo posto, tornare a casa, piangere ma poi innamorarmi di nuovo della mia città, della terra a cui appartengo. Ma tornando a casa ho paura di ricevere un pugno nello stomaco più che un caldo abbraccio di benvenuto.

Parlo a nome mio ma anche a nome di tutti quelli che si trovano lontani (che sia Australia o qualsiasi altro posto).

Vogliamo la possibilità di scegliere.
Di partire, viaggiare e restare lontani perché davvero lo vogliamo.
Non perché non abbiamo altra scelta.


Direzione Futuro =)

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